La Carpa all’ebraica
Del perché non avevo ancora cucinato questa ricetta
27 Ott 2020
È ormai quasi dieci anni che ogni volta che leggevo Carpa all’ebraica mi venivano in mente sempre gli stessi ottimi motivi per posticipare.
Carpa all’ebraica, la tengo tra le ultime ricette, la carpa devo comprarla fresca in un allevamento di carpe, devo trovare un allevamento e magari organizzare una gita, chissà magari con S e L, ma sì, c’è tempo.
La Carpa all’ebraica, Carpa all’ebraica in un libro di ricette per le spose che entra in tutte le case negli anni ’30 e ’40; devo ricordarmi di chiedere a C se nella sua edizione è segnata perché nel caso accipicchia Ada, hai inserito la Carpa all’ebraica quando era impensabile; devo ricordarmi di controllare.
La Carpa all’ebraica, le Pietre d’inciampo e i sopravvissuti: ogni volta che leggo su di una Pietra d’inciampo sopravvissuto o sopravvissuta mi batte il cuore, sarebbe bello organizzare una cena, pensare a qualcosa, ricordare.
E invece il piatto prende questa piega qui.
La carpa Koi e noi
C’era una volta una carpa bellissima e coloratissima abituata a nuotare controcorrente intenta a seguire la sua strada.
Energica, forzuta, perseverante, anticonformista e sempre in movimento si fermava davanti a nulla col solo obiettivo di affrontare le avversità.
Un giorno si trovò a dover risalire la cascata sul Fiume Giallo, anche in questo caso non si diede per vinta e riuscì a superare tutti gli ostacoli e gli spiriti malvagi che si frapponevano tra lei e la meta.
Fu così che gli dei, impressionati da tanto coraggio la trasformarono in un grande drago con il dono dell’immortalità.
Siamo in quattro, a casa di G e M.
G è una cara amica di O – sono venuti assieme a cena a casa anni fa – e M è suo marito, l’abbiamo conosciuto il mese scorso in canonica.
Abbiamo scoperto che abitiamo vicine, ipotizzato appuntamenti che a breve non sarà possibile apparecchiare e organizzato una cena tra noi dove io con gran felicità mi sono proposta di portare Ada.
Mancano un settantina di ricette, alcune materie prime non so dove trovarle, alla Pam la carpa c’è spesso, io sono atea, M insegna religione, siamo in piena pandemia: è giunto il momento della Carpa all’ebraica.
A far da contorno rape, carote e erbe amare.
Per 4 persone
Carpa all’ebraica
Carpa 1,5 kg
cipolle 400 g
mandorle sbucciate una decina
uvetta di Smirne
zucchero 2 cucchiaini
pepe
sale
“La carpa vive nelle acque dolci melmose: ha molta importanza per l’alimentazione e perciò la si alleva razionalmente. Si deteriora con abbastanza facilità e perciò deve essere ancora viva al momento della preparazione.
Uccidete la carpa con un colpo di mazzuolo sulla testa e subito dopo vuotatela, squamatela, stropicciatela con sale e lasciatela stare così per mezz’ora.
Quindi lavatela e dividetela in pezzi.
Disponete sul fondo della pesciera le cipolle e le mandorle tritate e una buona presa d’uvetta di Smirne, ponendoci sopra il pesce ritagliato, ma mettendolo in modo da ricomporre la carpa come se fosse intera.
Bagnatela con tanta acqua che arrivi appena a coprirla. Aggiungete sale, pepe e lo zucchero. Coprite il recipiente e lasciate che il pesce bolla insensibilmente per circa mezz’ora.
Estraete allora con molta delicatezza i pezzi di pesce e deponeteli a mano a mano in un piatto lungo, ricostruendo la forma del pesce.
Passate da un colino il brodo della pesciera, conservando la purè di cipolle che resterà nel colino.
Stendete questa purè sui pezzi di pesce, ricoprendoli, e intorno al piatto versate il liquido passato. Questo liquido, racchiudendo elementi gelatinosi, si rapprenderà in gelatina.
La carpa si serve fredda, avendo per uniche guarnizioni la sua gelatina e la purè di cipolle.”
Morale della Carpa all’ebraica: è leggermente fangosa e la gelatina non fa in tempo a rassodarsi, non ho mai visto prepararla prima d’ora, non ho idea di come dovrebbe essere il piatto finito e non ho mangiato molte carpe in vita mia.
Le squame della carpa sembrano dei grandi pois di madreperla, sono tonde tonde, preziose e con un diametro di due centimetri abbondanti. Un volta squamata la carpa assume le sembianze di una coscia di tacchino.
Ho preparato piatti migliori, ma è il piatto perfetto per questi tempi dalle mutevoli sembianze e per una nuova amicizia iniziata in una canonica.
Col brodo che avanza il giorno dopo prepariamo un ottimo risotto.
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